venerdì 31 gennaio 2014

Il mio babbo le chiamava "le cacciate"

Le cacciate sono le situazioni in cui, con la scusa di onorare qualcos’altro, si fa in modo di mettersi in mostra, anzi,si cerca di far bella mostra di sé a scapito degli altri.
I matrimoni per esempio.
Ufficialmente siamo lì per gli sposi ma in realtà indossiamo l’abito migliore, se siamo fortunati possiamo esibire anche  la macchina nuova, baciamo sulle guance i conoscenti sfoggiando un sorriso che riguarda solo la bocca e mai arriva agli occhi perché in realtà non ce ne importa un cazzo di  festeggiare l’altrui felicità, anzi! L’unica cosa che ci interessa davvero è poter scoprire che gli altri sono invecchiati un po’ peggio di noi , sono stati un po’ più sfortunati e soprattutto sono ingrassati così tanto che quasi non  si riconoscono più. Le “cacciate” servono per poterci sentire“ganzi” , anzi più ganzi, perchè la cacciata è tale solo se permette un confronto tra noi (che siamo meglio) e loro (che fanno proprio un po’ cacare)
Babbo diceva che i  funerali erano il top della cacciate  perché rispetto a chi in vita non è più  si è sempre vincenti: per sentirsi meglio  di un morto basta poco, è sufficiente essere vivi e non importa se la nostra vita è grama
Dopo una cacciata anche i più tristi tra i tristi riescono a tirare un sospiro di sollievo e possono dirsi  “o però  la mia vita non fa poi così schifo guarda la loro quant’è peggio!.”
Questo diceva il mio babbo  parlandomi de“le cacciate” , una parola che mi ero quasi dimenticata, e che solo stamani  mi s’è di nuovo affacciata alla mente.
Stavo guardando un video sulla lite tra Speranza e Di Battista, e mica ero troppo felice.
Un mal di testa persistente mi aveva svegliato prima delle sette di mattina e poi niente caffè a letto , o meglio, il caffè a letto lo stavo bevendo, ma me l’ero dovuta fare da sola perché Fabrizio era via per lavoro.
Insomma guardavo quel video e mi sentivo estranea a questo mondo.
Un po’ come quando viaggio sull’autostrada a novanta all’ora e tutti mi sorpassano, camion compresi, e allora  mi chiedo “ ma che cazzo ci faccio io che odio la velocità, su questa strada qui?.
Di Battista litigava e urlava “Figli di puttana Eva a chi?” facendo  la figura del bischero ancora più del solito. Ho provato a giustificarlo: nella foga del litigio , (io lo so bene) è difficile non scadere nel ridicolo delle parole, delle frasi sbagliate. Poi però il video proseguiva e si vedeva Di Battista girarsi verso la telecamera che lo stava riprendendo e allora staccava totalmente dalla sua ira e  si rivolgeva  a “noi cittadini” con tutt’altri toni ed argomenti.  
Mentre mi chiedevo da dove gli venisse tutta quella schizofrenia all’improvviso m’è venuta in mente la parola “cacciata” Ecco, la schizofrenia non c’entrava nulla,  e neppure una visione distorta della politica, mi sono accorta che ero semplicemente di fronte a una “cacciata”.
Di Battista stava recitando una parte
“Mi stai toccando?” Urlava contro Speranza che gli aveva messo una mano sul braccio,, “mi hai chiamato figlio di puttana eva?”
Doveva far capire ai suoi spettatori che lui era l’aggredito, la vittima, quindi il buono e l’altro l’aggressore cattivo, quindi si poteva pure strafottere  che “figlio di puttana eva” fosse una frase completamente priva di senso perchè era sufficiente che servisse allo scopo: doveva stabilire la linea di demarcazione  tra lui e l’altro, dove lui era il bravo e il  giusto e l’altro il cattivo.
E proprio grazie a quella sua appartenenza ai Buoni e  Giusti (decisa da lui ma fatta passare come una verità universale) poteva quindi arrogarsi il titolo di unico vero portavoce dei cittadini,  ovviamente anch’essi buoni e giusti per antonomasia, in culo al fatto che tra i cittadini ci siano anche coloro che inneggiano alla pena di morte o  quelli che preferirebbero usare come cavie da laboratorio i pedofili o i politicanti ladri anziché i topi.
Quella di Di Battista era una cacciata perché la motivazione ufficiale della sua battaglia era fasulla, le sue idee non c’entravano più nulla,le divergenze politiche neanche, erano solo una scusa per portare avanti l’unica cosa che gli premeva davvero : poter trarre consensi dimostrando quanto lui fosse bravo, e non per merito delle sue idee e delle sue azioni ma nel confronto con gli altri.
Insomma una metodologia alla Marco Travaglio, dove il sorrisino ironico, la battutina cinica e ll'ingiuria sull’altro prendono una valenza che non dovrebbero avere, quasi come se ormai avessero preso il posto del ragionamento. Le idee non si formulano più  con argomentazioni confutabili bensì trovano la loro forza nelle opinioni personali e negli sberleffi sarcastici.
Per questo non mi piace la politica grillina, e faccio fatica a definirla politica, perché chi chiama il compromesso inciucio (e la democrazia non si dovrebbe vergognare di cercare un compromesso tra parti contrapposte) secondo me farebbe meglio a stare zitto.
Guardavo Di Battista e pensavo che se non mi stesse così sul cazzo mi farebbe anche pena.
Vedevo un bimbo triste col ditino puntato “io sono un giusto e i cattivi sono loro.”
I grillini mi fanno quell’effetto lì.
Bimbi che vogliono essere bravi, ma senza durare la fatica di esserlo davvero , e allora confondono il loro merito con la capacità di denigrare gli altri.
Mamma guardami, accorgiti di me, lo vedi che sono stato bravo.
E infatti Grillo ieri, come una madre tra le peggiori madri ha detto “devo andare a Roma, a baciare i miei ragazzi, che si stanno comportando da eroi”. (le madri cattive usano i baci come se fossero premi)
Questi ragazzi, come i peggiori figli delle peggiori madri , si sono assunti il ruolo di giustizieri buoni e si incoronati da soli rappresentanti dei cittadini.    (Non miei, che per fortuna da cittadina mi son trasformata in una montanara testa di legno  ) 
Per questi ragazzi bisognosi di approvazione le idee non contano più nulla, rinfacciano agli altri politici di non fare il loro lavoro e di essere lì soltanto per rubare soldi e vantaggi e non si accorgono che anche loro stanno lì per tappare il buco che hanno nell’anima, per la loro necessità di sentirsi meglio degli altri e per l'insanodesiderio di essere visti sperando di brillare nel confronto e si son scordati che invece dovrebbero lavorare. Forse ai Di Battista e amici sfugge che si scende in politica  per fare politica e non per “le cacciate”.
 Se delle “cacciate non riescono  proprio a farne a meno , (se la loro vita è davvero tanto triste) forse è meglio che tornino a farle ai funerali, dove il confronto coi morti è più semplice e meno caciaroso e  così  non solo farebbero meno danni ma magari potrebbero anche contribuire a far cadere  in disuso la moda triste di applaudire di fronte ai feretri.

31 gennaio 2014

martedì 21 gennaio 2014

Torno a parlare del Movimento 5 Stelle

Qui sui monti non riusciamo a prendere la sette.
Quindi  ieri non ho potuto guardare né Augias né di  Battista intervistati dalla Bignardi .  Tra l’altro non credo che li avrei visti neppure se fossi stata a Pisa, son troppo popolana per divertirmi con quella trasmissionecosì salottiera, io son tipo da “chi l’ha visto” e poi la sera c’ho da giocare a carte con Fabrizio, e non è impresa facile vincere con uno che sa contare il 48!.
Però stamani sulla pagina di mio fratello mi son guardata il video di Di Battista e quello di Augias, e mi son letta anche tutti i commenti a seguito, poi mi son andata a leggere i commenti di alcuni seguaci di Grillo che commentavano questo suo post :


E mi sono guardata anche questo:


Insomma per un sabato piovoso mi pare sufficiente.
Per cercare di farmi passare il giramento di coglioni ho cucinato, ho mangiato, ma niente da fare, così ho deciso di tornare a scrivere.
La politica ha il compito di gestire la cosa pubblica, in democrazia si deve anche avere la capacità di mediare tra interessi contrapposti, salvaguardando le minoranze.
Beppe Grillo e seguaci sostengono che non hanno intenzione di appoggiare nessun governo che non sia loro.
Non sono neppure disposti ad appoggiare iniziative o proposte di legge che provengano da altri partiti politici.
 L’intento dichiarato di Grillo e seguaci è quello di mandare il più presto possibile tutto a puttana, in modo tale da risvegliare le coscienze dei cittadini   ed ottenere il maggior numero di voti, al fine di ottenere quell’ampia maggioranza che consenta loro di governare da soli.
 Onestamente non mi importa un cazzo se i 5 stelle  giustificano questo rifiuto a collaborare, questa decisione di non votare neppure quelle leggi che potrebbero anche condividere, perché  secondo loro gli altri partiti rappresentano il vecchio marciume fatto di ladri appiccicati alle loro poltrone.
Perchè questa di Grillo è una deriva totalitarista che mi fa molta paura. E come tutti i totalitarismi non può trovare ragione di essere nel ragionamento , nella valutazione e il confronto delle idee, ma nasce e cresce nella gestione emotiva dello scontento dei “cittadini”
“I politici son tutti ladri”è una frase che è diventata un dogma, in culo al fatto che ci sono anche politici onesti, così come “destra e sinistra son la stessa cosa", facendo finta che non ci sia alcuna  differenza tra chi caldeggia un liberalismo sfrenato e chi pensa che debba esistere uno stato sociale che si occupi anche di chi non può essere produttivo.
Grillo e seguaci si attribuiscono un’aurea di purezza e giustizia che a me pare solo fuffa.
Quelli del movimento sono i buoni, i bravi perché l’hanno deciso loro, un po’ come Berlusconi quando diceva ai suoi sudditi televisivi “io sono innocente e voi dovete credermi perché sono io a dirvelo.
Quelli del movimento non rubano perché portano gli scontrini,  e questo basta per autodefinirsi i paladini dei cittadini.
 Ma come si fa a dire seriamente “noi facciamo gli interessi dei cittadini”?
Quando io ero giovane ero di estrema sinistra, e portavo avanti quelli che  ritenevo fossero gli interessi degli operai e degli sfruttati. Ovviamente erano interessi contrapposti a quelli dei loro padroni. I 5 stelle invece fanno gli interessi dei cittadini? Ma di quali cittadini mi chiedo io?
Cittadino è mia figlia diciottenne che sarebbe senz’altro d’accordo col reddito di cittadinanza, ancora più d’accordo se  oltre a quello fosse prevista anche una cannetta quotidiana e un paio di birrine.
E cittadini sono coloro che non vogliono i campi Rom e dicono no allo ius soli , e lo sono pure quelli che credono che si debbano salvaguardare le nostre radici cattoliche.
 Cittadina sono anch’io, che credo che le radici le debbano avere gli alberi e non gli esseri umani e spero in una società multietnica.
 Parlare di interesse dei cittadini è fuffa , demagogia, serve a soddisfare la pancia ma non ha nulla a che vedere col cervello
Ma forse Grillo e seguaci non hanno una gran passione per il ragionamento, e mi pare che amino molto il pensiero semplice che  crea pochi problemi e  consente  di puntare il ditino sulle colpe degli altri regalandoci facili assoluzioni.
Basta pensare alle varie proposte che vengono presentate, referendum per uscire dall’euro, dichiarazioni come “noi il debito pubblico non lo paghiamo ecc”. E niente imu e reddito di cittadinanza, .
E chi non sarebbe d’accordo, ? Bisogna però stoppare lì il pensiero e  non perdere tempo a chiedersi dove si possano trovare i fondi, o inventarsi che basti tagliare gli stipendi ai politici e non acquistare gli f 35
Mi viene in mente una manifestazione di tanti anni fa, fatta  in solidarietà a una bambina rom che aveva perso una mano e un occhio grazie a una bomba nascosta in una bambola (o un libro) che le era stata regalata mentre chiedeva a un semaforo .
Alla testa del corteo c’erano i centri sociali, dietro un po’ distaccati un centinaio di rom.
Quelli dei centri sociali gridavano slogan tipo “pagherete caro pagherete tutto!” oppure gridavano il nome della bimba e dopo in coro “ti vendicheremo”.
I rom seguivano in silenzio.
Io me ne stavo nel mezzo, tra i due gruppi.
Improvvisamente, nel vedere quella divisione interna al corteo, mi prese un gran giramento di coglioni, allora andai sul muso di quelli che urlavano e iniziai a gridare a mia volta “ e come farete a vendicarla?” e  “chi dovrà pagare caro?” e “cosa avete intenzione di fare per fargli pagare tutto?”.
Quella volta non presi gli schiaffi , si limitarono a rivolgermi i loro comprensibili “ma che cazzo vuoi?” e “chi è questa cretina?”.
 Ancora oggi quando sento alcune dichiarazioni dei 5 stelle mi tornano a mente quegli slogan lì, e mi chiedo se davvero siamo diventati così scemi da accontentarci di avere risposte tanto semplici di fronte a problemi così complessi
.E sì, probabilmente siamo proprio così scemi, altrimenti non si spiegherebbero  i commenti che ho letto oggi:
alle dichiarazioni di Augias ben pochi si son sforzati di rispondere controbattendo con idee,  s’è preferito dargli del “vecchio trombone” o “intellettuale della Kasta”
Non si spiegherebbe nemmeno quell’orribile manifesto dove accanto alla foto della Bignarda (accusata di esser nuora di Sofri, noto mandante dell’omicidio Calabresi) è stata contrapposta  quella di  Di Battista in mezzo a un nugolo di bambini (ovviamente di colore scuro)
Tanto perché la ggente capisse subito chi fossero i buoni e chi i cattivi, e lo capissero grazie alla strizza di pancia, e non al ragionamento.
Non voglio parlare qui dello schifo dei commenti sessisti rivolti alla Boldrini, mi basta “la manderei al campo rom e la farei trombare dal capo” per mandare in culo la mia buona educazione borghese e cominciare a menare cazzotti.
Ma non venitemi a dire che Grillo non è responsabile di quei commenti, quando proprio lui li ha sdoganati usando un linguaggio che volutamente parla solo alla pancia
Quanto gli piace, ad esempio ,considerare come un merito quello che in realtà è soltanto un dato anagrafico , e come si soleva fare  nella migliore tradizione fascista,  eleva la gioventù al rango di un mito” . Non ci stupiamo allora se tra i suoi seguaci ci sono anche coloro che usano la fava come se fosse un manganello.
 Grillo è un gran furbacchione, e sa che andando a toccare l’emotività può avere molto più consenso che parlando al cervello.
Il linguaggio emotivo in politica è facile.
La ggente ha bisogno di sentirsi partecipe, di essere vista, e allora ecco Di Battista che dice che loro son democratici perché la riforma elettorale la fanno scegliere ai cittadini.
E pensare che io ho sempre votato nella speranza che le leggi,così  come la riforma elettorale venissero fatte da qualcuno un po’ più preparato di me, magari con qualche nozione di diritto costituzionale in più di quelle che possa avere io!
E invece mi sarebbe bastato passare a bere un caffè dalla mia vicina di casa , madre di tre figli, e la legge elettorale sarebbe stata presto fatta.
La politica  non dovrebbe cavalcare lo scontento bensì dovrebbe essere capace di trasformarlo in risposte razionali.
 Purtroppo più siamo stati abituati a tacere il nostro sentire, educati sin da piccoli ad ammaestrare le nostre emozioni per adeguarle a quelle dei nostri padri e più cerchiamo di tirarle fuori, anzi di farcele tirare fuori, in quegli ambiti dove invece non dovrebbero assolutamente stare.
La politica non ha il compito né di farci sognare né di farci sentire vivi, ha solo quello di gestire al meglio la cosa pubblica. Per questo la politica spesso è noiosa.
Sognare dovrebbe essere un compito nostro, non delegato al primo comico urlacchione che capita.
Ma imparare a dare ascolto alle emozioni nella nostra vita personale è un compito assai faticoso,.
È molto più facile sentirsi dalla parte dei buoni giusti e puri semplicemente accusando gli altri, i non noi, di essere brutti ladri e cattivi anziché cercare di impegnarsi davvero vivendo in un modo migliore.
I ladri, son sempre e solo gli altri, noi c’abbiamo il passaporto dei buoni, perché l’abbiamo deciso noi, e perché conserviamo gli scontrini o ci siamo ridotti lo stipendio di parlamentari.
Anch’io penso che ridurre lo stipendio e i privilegi dei politici sia un atto doveroso in un momento di crisi, ma so anche che la crisi non dipende da questo né si risolverà per questo
Eppure i 5 stelle danno a questa scelta una valenza enorme.
Questa scelta non serve a risolvere la crisi, ma serve senz’altro a parlare alla pancia della gente,  a ribadire il concetto che loro son dalla parte dei giusti. Pochi si chiedono se beccarsi 3000 euro il mese per stare a sedere sui banchi e fare ostruzionismo non sia comunque un furto.
C’è una domanda che da un po’ di tempo mi frulla in testa,. Ma se Grillo e seguaci son davvero Giusti e Puri, perché nessuno si chiede cosa ci sia di  etico nel guadagnare 4 milioni di euro in un anno?
LA risposta di Grillo la conosco già: lui quei soldi se li è guadagnati col suo lavoro, senza essere stipendiato da nessuno, e son frutto del sudore della sua fronte, ma la mia domanda sta proprio lì. Cosa c’ha di diverso il sudore della fronte di Grillo da valere 4 milioni di euro rispetto al sudore di Tania (la badante della mia mamma ) che invece arriva a stento a poco più di undicimila euro l’anno?
Perché i Giusti e i Puri non propongono una legge dove  chi guadagna più di quanto tutta la media di Cittadini potrà mai guadagnare neppure lavorando per tutta la vita venga tassato almeno al 70%?
Siamo Giusti e Puri sempre oppure no?
PS Non provo alcuna simpatia per Renzi, anzi, mi sta parecchio sul culo quando fa il “son toscano e son simpatico” , ma onestamente me ne sbatto i coglioni.  Tra l’altro mi importa una sonora sega anche se sia andato o no alla ruota della fortuna. La simpatia la riservo ai miei amici, Ai politici  chiedo altro, soprattutto che si occupino di gestire in modo più equo la cosa pubblica.

21 gennaio 2014

lunedì 13 gennaio 2014

Io sono buonista

Stamattina ho letto questo:
Ho avuto la sensazione che una palla di peli e polvere mi si fosse depositata tra l’esofago e lo stomaco.
“Che c’hai?” Mi ha chiesto Fabrizio che sa riconoscere al volo i miei stati d’animo.
“Mi sento male” Gli ho risposto  sperando che mi proponesse una visita dal dottore, in modo da poter ribattere con una delle mie frasi astiose che, a seconda dell’umore, possono spaziare da un quasi pacifico “non ci penso neanche, di ospedali ne ho visti anche troppi” al “non sono mica una fighetta come te che a ogni pisciata di ragno va a farsi visitare”
Cercavo di provocare un bel battibecco mattutino per poterci convogliare  tutto il mio malumore
Ma Fabrizio è un uomo intelligente e poi mi conosce bene così mi ha fregata
“ Vado a farti il caffè” Mi ha sorriso.
Sdraiata nel letto, col caffè in mano, mi son trovata costretta a dirmi la verità: il fatto che da diversi giorni  non stessi bene non aveva niente a che vedere con la palla di peli che mi soffocava la gola.
Il mio malessere era sbucato fuori mentre leggevo quell’articolo.
Anzi, mentre leggevo i commenti che seguivano l’articolo.
Da quando alla com- passione abbiamo sostituito la parola (parolaccia?) buonismo, la compassione è diventata rara quanto il rinoceronte nero africano, o forse anche più
Di quello che sostiene la signora Alessandra io non condivido manco una parola e leggendola sicuramente m’era sorta sul viso quell’espressione che i miei amici intimi chiamano “faccia pacinottiana”: testa leggermente flessa a sinistra, bocca come una linea dura e occhi un po’ più stretti del solito. Un'espressione  che accompagna  lo stridio di pancia (io non ho l’anima quindi tutto mi si deposita lì) che provo quando leggo certe cose.
Io ero sola nella mia camera, e da soli si può sparare merda  su chiunque,basta che tutto  rimenga rinchiuso lì, però non si devono scrivere cattiverie pubbliche a una persona specifica.
Parlo di cattiverie, non di critiche , che quelle son legittime, soprattutto quando uno rilascia un’intervista o divulga una propria opinione.
Nei commenti che ho letto c’erano frasi come:  
“ma Vegetariana da 15 anni e vegana da 5...come ha fatto ad ammalarsi di tumore? Loro non sono immuni alle malattie? XD
"..Ma questa quando dice che la sperimentazione non serve a nulla, lo sa cosa hanno usato per curarla?? Ma stiamo scherzando? E quando asserisce che non vogliono trovare la cura per il cancro....mio Dio...Sarà anche malata, ma le tirerei un ceffone colossale..."
 "Mah.. io in realtà sono fatalista. Ho sempre pensato che mi dovesse venire il tumore , come penso anche che se non sono morta non sarei morta comunque, e non per i veleni che mi hanno messo nel corpo." Sparati goldona.

 È buffo, anch’io mentre leggevo le dichiarazioni di questa donna giovane e malata pensavo che stesse dicendo delle gran cazzate,   eppure quei commenti m’han fatto orrore più delle sue opinioni.
Forse perchè io sono buonista, o forse sono una povera ipocrita ma d’una cosa sono sicura:
Il cinismo mi fa cacare.
Non capisco come si possa aver voglia di inveire contro una persona che soffre.
Non penso che la sofferenza nobiliti, anzi, spesso quando la sofferenza va a picchiare su basi insicure ci rende peggiori, (anche  mio padre che era un’ottima persona quando divenne cieco  perse buona parte della sua allegria  e se la morte non l’avesse colto prima, probabilmente si sarebbe trasformato in un vecchio cupo e insofferente)
Penso però che ci siano delle regole che vanno rispettate: non si lascia il fidanzato il giorno di Natale, non si grida a uno zoppo "o zoppo!" e non si deve picchiare mai su chi è più debole.
C’erano mille modi intelligenti per rispondere alle dichiarazioni di quella ragazza, bastava portare argomenti che controbattessero le sue opinioni e invece molti hanno preferito lo sberleffo sulla persona.
Mentre leggevo i commenti che seguivano le  dichiarazioni di Alessandra immaginavo quei commentatori dalla battuta arguta e in testa mi sorgeva una domanda "Ma che male vi ha fatto la vita per esservi scordati della com-passione, per farvi dimenticare che state  sparando addosso a una persona malata?"
Anch'io leggendo l'articolo  avevo provato fastidio , ma il fastidio per le sue parole era sovrastato dalla com-passione per la sua malattia e il dolore che l’ha accompagnata. 
Questa compassione non mi ha certo portata a darle ragione, tutt’altro, mi ha piuttosto fatto nascere immediato il desiderio di non darle addosso.
Io che sono senz’anima, così portata all’urlo becero e alla bava alla bocca ,non ho dovuto ragionare per fermare la mano che le avrebbe volentieri tirato lo schiaffo, né per impedire sempre a quella stessa mano di scrivere “ah ah cretina, perché non ti sei curata con il miglio?” perché quei desideri appena mi si affacciavano in mente non  riuscivano a nascere, si abortivano da soli nel leggere della  sua età o della sua sofferenza per la malattia.
Quando il cancro capitò a me fui molto fortunata: Fabrizio, mia figlia Titta e mio fratello Gianni  decisero che mi avrebbero accompagnato durante tutto il percorso della mia malattia.
La consapevolezza della facilità con cui ci può capitare di morire e anche le cure chemioterapiche (a cui  mi sottoposi ben volentieri), mi rendevano molto fragile, esposta quasi inerme di fronte al dolore e ogni più lieve turbamento si trasformava facilmente in strazio. Loro capirono bene tutto questo e si trasformarono in scudo, erano la mia corazza.
Ricordo una volta che ero già prossima alla guarigione , Fabrizio era via per lavoro e Gianni mi accompagnò a fare la radioterapia. Non ricordo più i motivi ma io mi arrabbiai di brutto con mio fratello. Coi metodi pacati che mi contraddistinguono gli urlai contro le mie ragioni concludendole con qualcosa del tipo “e se sei così stronzo non ti voglio con me , ci vado da sola all’ospedale”.
Lui cambiò  espressione del viso, gli venne la faccia dura, quella delle liti, ma riuscì a trasformarla subito in un sorriso “Non voglio litigare con te ", mi disse, "riprenderemo il discorso quando mi potrai dare due picchi”
Io ribattei dura e incazzata “ Sono malata, non sono mica cretina, posso litigare benissimo anche ora”
“Ma io no," rispose lui, "mi sentirei troppo merda se ti facessi sprecare energie per bisticciare con me. Adesso devi affrontare una battaglia ben più importante.”
Probabilmente anche mio fratello Gianni è un ipocrita buonista, aveva scelto in automatica che il bene per me valeva più di una sua opinione o del voler avere “ragione”. Eppure , se mai ne avessi avuto bisogno,è proprio quella sua capacità di provare com-passione che me lo ha reso sempre più fratello.

13 gennaio 2014

mercoledì 8 gennaio 2014

Sono una bestia

Io sono una bestia. Nel senso che penso di essere un animale, come un topo, un maiale e un cane.
E per questo non credo di valere  più di un topo , un maiale e un cane. Anche perché in natura non esistono differenze di valore, ma solo differenze biologiche.
È vero, noi umani possediamo la cultura, ma non penso  che questo ci renda superiori .
Perché credo che la cultura che contraddistingue la specie umana sia anch'essa biologica, cioè una risposta naturale alla mancanza di specificità che contraddistingue l’animale uomo.
In parole povere l’uomo essendo un essere generico,privo cioè dell’istinto che contraddistingue le altre specie animali consentendo loro di dare una risposta immediata di fronte a determinati stimoli, è invece fornito di capacità culturali, che servono a dare risposte diverse a seconda della contingenza degli stimoli.
Esempio scemo: una gazzella  che si trova di fronte a un leone scappa,non deve star lì a pensarci su e  la sua risposta è immediata . Per l’uomo invece non funziona così, perché inserisce tra lo stimolo e la risposta una pausa riflessiva, cioè elabora simbolicamente la risposta da dare.
Prima interpreta il segnale:  ho davanti un leone, che faccio? fuggo?
Ad esempio se tra me e il leone c’è una grata di ferro scappare non è necessario.
Poi quando  riconosce il leone come pericolo deve valutare quale sia la scelta migliore da dare: se ho un fucile  gli sparo, ma gli sparo affrontandolo direttamente o è meglio che prima vada a cercarmi un riparo? E se sono disarmato fuggo , ma fuggendo è meglio che corra o mi arrampichi su un albero?.
Banalizzando molto questa è la differenza tra cultura e istinto. Ma sono ambedue risposte biologiche, e l’una non vale certo più dell’altra
Per far fronte alla mancanza di specificità dell’uomo la natura l’ha dotato di capacità culturale. La cultura era l’unica difesa che poteva avere questo essere privo di artigli e zanne preda di altri animali ben più equipaggiati di lui per la sopravvivenza.
Così l’uomo ha preso una strada evolutiva diversa da altri animali.
Diversa, che non vuol dire migliore né peggiore.
Ho fatto questa premessa perché stamani mi sono andata a leggere un po’ di roba animalista, compreso il manifesto degli antispecisti  e c’è qualcosa che mi stride nello stomaco.
Partono dal presupposto che ’uomo  è un animale come gli altri e non deve quindi arrogarsi il diritto di causare sofferenza ad altri esseri viventi.
Ma  mi chiedo io, se l’uomo è come gli altri animali perchè non dovrebbe fare quello che fanno gli altri animali, ovvero occuparsi di perseguire la vita della propria specie senza porsi problemi etici?
Anche se è banale scriverlo non credo nessuno pensi che un leone sia un antispecista di merda quando mangia la gazzella.
Il controsenso degli animalisti per me è proprio questo, sostengono che l’umanità non ha alcun diritto in più degli altri animali perché siamo tutti esseri viventi uguali; però poi mettono l’uomo su un piedistallo, e sottintendono che noi valiamo di più  perchè  abbiamo una coscienza etica, che ci rende superiori.
Ed è proprio grazie a questa nostra superiorità che dobbiamo decidere di non procurare sofferenza agli altri esseri viventi, che non è lecito sacrificare la vita di un topo o di un maiale o di un cane neppure per salvare quella d’un bimbo, perché  la vita di un uomo vale quanto quella di una bestia.
Buffo , valiamo di più perché possediamo un’etica ma poi la vita di mia figlia vale quanto quella d’un gatto.
Allora torno al mio punto di partenza, io sono una bestia, e non valgo più di nessuno, nel senso che per la natura io non conto più d’una formica, un microbo o uno scoiattolo, perché la natura ci va altamente nel culo, a me , al microbo e allo scoiattolo,.
La natura non è né buona né cattiva e non fa differenze di valore.
Però io bestia uomo ,(nel caso donna) , proprio in quanto bestia seguo la mia natura, e la mia natura mi porta a perpetuare l’esistenza della mia specie.  
Dire che non ci sono differenze mi pare una grossa ipocrisia. Per la natura in quanto tale queste differenze (nel senso di chi vale di più) non esistono, ma per ogni specie invece sì. Prendiamo un neonato ad esempio, se gli muore la mamma e gliela sostituiamo con una mamma gatta, per il piccolo non sarà la stessa cosa . Se riuscisse e a sopravviver probabilmente subirebbe dei grandi disagi e  avrebbe delle mancanze di amore tremende, anche con la mamma gatta più affettuosa.
 Allora forse c’è da chiedersi se per ogni specie la vita della propria specie non valga di più, e non ci sia nulla di fascista o di prevaricatore in tutto questo

Se vedo un gatto spiaccicato soffro, ma se vedo un uomo spiaccicato questa sofferenza è amplificata all’ennesima.  Forse perché, l’ho già detto, io sono una bestia
E proprio perché sono una bestia la sofferenza altrui non mi dà alcun piacere.
Così come il leone uccide la gazzella non perché si ritiene più ganzo o perché gode della sua morte, ma perché per vivere deve mangiare, così  credo che nessun ricercatore  utilizzi la SA  perché ne trae un godimento sadico ma lo faccia proprio perché è “naturale”cercare di salvaguardare la vita della propria specie.
Altra cosa che mi lascia perplessa è la questione che l’uomo non deve , per perseguire la propria esistenza, procurare sofferenza agli altri esseri viventi. Non ho ancora capito bene quali siano gli esseri viventi  a cui noi uomini attribuiamo il diritto a non soffrire. Quelli che ci somigliano, che hanno gli occhi tristi o che piangono quando muoiono?
Tanti anni fa avevo un amico che faceva il ricercatore a Scienze forestali, all’epoca portava avanti una ricerca sulla soglia di dolore degli alberi. Ricordo i suoi grafici, dove a ogni una piccola scalfittura sul tronco corrispondevano picchi di dolore altissimi.  O penso alle meduse e ai microbi, sono anche loro esseri viventi. Quanto ci devono somigliare allora per essere considerati tali?
Quando mia figlia andava alle elementari c’erano frequenti invasioni di pidocchi.
I pidocchi sono esseri viventi, però son brutti forte e fanno anche schifo, meritano la morte più d’un topolino tenero?  È lecito debellare i pidocchi con prodotti chimici , magari testati sugli animali?  Nel caso come  si comportano gli animalisti ?
Forse gli  animalisti riescono a convincere i pidocchi  ad abbandonare la testa del loro bambino usando validi argomenti, oppure  usano qualche rimedio naturale che  porta  quei piccoli animaletti a lasciare in pace il loro cuoio capelluto  e ad andare a depositarsi su quello di qualcun altro. 
Perché l’alternativa è:  o mi tengo i pidocchi o son tanto stronza da mandarli  a brucare sulla testa di un altro per  far salva la mia .
Oppure  dopo averli convinti ad abbandonare la mia testa  così come quella di chiunque altro li invito a suicidarsi e a lasciarsi morire lentamente di fame?

8 gennaio 2014

sabato 4 gennaio 2014

Perché ogni spesso sarei propensa agli insulti

Premessa: io il cancro me lo sono meritato tutto.
Ho mangiato salumi e burro e bevuto aperitivi e tirato mattina in locali fumosi . Ho anche abusato di qualche droga ed amato  la musica rock. Ho raccontato un sacco di bugie , detto parolacce , mi sono tinta i capelli di mille colori e ho fatto forca a scuola. Ho anche preso l’oki quando mi veniva il mal di testa e non mi è mai piaciuta la minestra di verdura
Perciò tranquilli, non parlo per me. Io il cancro me lo son meritato tutto. E forse avete ragione voi, la mia esistenza non vale quella di tutti quei topini che sono stati uccisi per trovare la cura giusta che m’ha consentito d’aver salva la vita.
Tra l’altro confesso, a me i topi fanno proprio schifo e non li uccido solo perché da morti mi fanno ancor più ribrezzo che da vivi, ma se esistesse una sorta di veleno che li dissolvesse quando mi entrano in casa,senza che rimanesse in giro il loro cadaverino peloso e puzzolente, non esiterei ad usarlo.
Per cui ripeto, io il cancro me lo sono meritato, soprattutto se lassù nel cielo, a giudicare chi ha diritto a vivere sano e chi no , c’è il Grande Ratto Vendicativo.
Ecco, non sto parlando di me, ma di tutte le altre persone che ho incontrato nel reparto di oncologia quando seduta in poltrona giocavo a far finta di essere dal parrucchiere e invece mi sottoponevo alle due ore di chemioterapia che m’han fatto salva la vita.
C’erano persone d’ogni tipo ed età. Tranne i bambini, quelli affrontavano il loro percorso , e chissà di quali colpe s’erano macchiati i bimbi per meritare la malattia?, in un altro reparto.
Ho incontrato anziane signore, quelle che non ci piacciono, dall’aria stizzita e il collettino di pelliccia ( ecco, forse la causa del cancro stava in quel visoncino spelato che ornava i loro colli,) e vecchie contadine delle nostre piatte campagne con una vita rigorosa e sana alle spalle che  mi insegnavano a fare la torta di mele ( ma forse Dio è una Mela Renetta ed era per quelle torte che sedevano  vicino a me con l’ago infilato nel braccio)
Mi dispiace darvi una delusione ma c’erano anche alcune donne giovani, vegetariane, magre, che mai avevano bevuto una coca cola e ancor meno ingurgitato una salsiccia, e ancora con lo stupore negli occhi si interrogavano e dicevano “Perché proprio a me?”
Ecco, io il cancro me lo sono meritato tutto, ma loro no. E allora poniamoci un dubbio.
Forse la morte capita, così come la malattia, e se è vero che alcune situazioni ne favoriscono l’insorgere è troppo riduttivo ( e stupido e anche crudele) continuare a scrivere frasi come “ per non farsi venire il cancro basta cambiare stile di vita,” o peggio ancora  “ mi rifiuto di sacrificare la vita di quei poveri animali per curare qualcuno che non merita di vivere”.
Una volta ho fatto la Salerno Reggio Calabria  a una velocità, folle, su una macchina vecchia e insicura guidata da un pazzo che si nutriva a birre. Ero giovane, incosciente  e terrorizzata. Ne sono uscita viva, forse perché la morte capita  per caso e il Grande Ratto che sta nei cieli  ce la distribuisce così, senza guardare al merito.

4 gennaio 2014