Premessa: io il cancro me lo sono meritato tutto.
Ho mangiato salumi e burro e bevuto aperitivi e tirato mattina in locali fumosi . Ho anche abusato di qualche droga ed amato la musica rock. Ho raccontato un sacco di bugie , detto parolacce , mi sono tinta i capelli di mille colori e ho fatto forca a scuola. Ho anche preso l’oki quando mi veniva il mal di testa e non mi è mai piaciuta la minestra di verdura
Perciò tranquilli, non parlo per me. Io il cancro me lo son meritato tutto. E forse avete ragione voi, la mia esistenza non vale quella di tutti quei topini che sono stati uccisi per trovare la cura giusta che m’ha consentito d’aver salva la vita.
Tra l’altro confesso, a me i topi fanno proprio schifo e non li uccido solo perché da morti mi fanno ancor più ribrezzo che da vivi, ma se esistesse una sorta di veleno che li dissolvesse quando mi entrano in casa,senza che rimanesse in giro il loro cadaverino peloso e puzzolente, non esiterei ad usarlo.
Per cui ripeto, io il cancro me lo sono meritato, soprattutto se lassù nel cielo, a giudicare chi ha diritto a vivere sano e chi no , c’è il Grande Ratto Vendicativo.
Ecco, non sto parlando di me, ma di tutte le altre persone che ho incontrato nel reparto di oncologia quando seduta in poltrona giocavo a far finta di essere dal parrucchiere e invece mi sottoponevo alle due ore di chemioterapia che m’han fatto salva la vita.
C’erano persone d’ogni tipo ed età. Tranne i bambini, quelli affrontavano il loro percorso , e chissà di quali colpe s’erano macchiati i bimbi per meritare la malattia?, in un altro reparto.
Ho incontrato anziane signore, quelle che non ci piacciono, dall’aria stizzita e il collettino di pelliccia ( ecco, forse la causa del cancro stava in quel visoncino spelato che ornava i loro colli,) e vecchie contadine delle nostre piatte campagne con una vita rigorosa e sana alle spalle che mi insegnavano a fare la torta di mele ( ma forse Dio è una Mela Renetta ed era per quelle torte che sedevano vicino a me con l’ago infilato nel braccio)
Mi dispiace darvi una delusione ma c’erano anche alcune donne giovani, vegetariane, magre, che mai avevano bevuto una coca cola e ancor meno ingurgitato una salsiccia, e ancora con lo stupore negli occhi si interrogavano e dicevano “Perché proprio a me?”
Ecco, io il cancro me lo sono meritato tutto, ma loro no. E allora poniamoci un dubbio.
Forse la morte capita, così come la malattia, e se è vero che alcune situazioni ne favoriscono l’insorgere è troppo riduttivo ( e stupido e anche crudele) continuare a scrivere frasi come “ per non farsi venire il cancro basta cambiare stile di vita,” o peggio ancora “ mi rifiuto di sacrificare la vita di quei poveri animali per curare qualcuno che non merita di vivere”.
Una volta ho fatto la Salerno Reggio Calabria a una velocità, folle, su una macchina vecchia e insicura guidata da un pazzo che si nutriva a birre. Ero giovane, incosciente e terrorizzata. Ne sono uscita viva, forse perché la morte capita per caso e il Grande Ratto che sta nei cieli ce la distribuisce così, senza guardare al merito.
4 gennaio 2014
Nessun commento:
Posta un commento