mercoledì 8 gennaio 2014

Sono una bestia

Io sono una bestia. Nel senso che penso di essere un animale, come un topo, un maiale e un cane.
E per questo non credo di valere  più di un topo , un maiale e un cane. Anche perché in natura non esistono differenze di valore, ma solo differenze biologiche.
È vero, noi umani possediamo la cultura, ma non penso  che questo ci renda superiori .
Perché credo che la cultura che contraddistingue la specie umana sia anch'essa biologica, cioè una risposta naturale alla mancanza di specificità che contraddistingue l’animale uomo.
In parole povere l’uomo essendo un essere generico,privo cioè dell’istinto che contraddistingue le altre specie animali consentendo loro di dare una risposta immediata di fronte a determinati stimoli, è invece fornito di capacità culturali, che servono a dare risposte diverse a seconda della contingenza degli stimoli.
Esempio scemo: una gazzella  che si trova di fronte a un leone scappa,non deve star lì a pensarci su e  la sua risposta è immediata . Per l’uomo invece non funziona così, perché inserisce tra lo stimolo e la risposta una pausa riflessiva, cioè elabora simbolicamente la risposta da dare.
Prima interpreta il segnale:  ho davanti un leone, che faccio? fuggo?
Ad esempio se tra me e il leone c’è una grata di ferro scappare non è necessario.
Poi quando  riconosce il leone come pericolo deve valutare quale sia la scelta migliore da dare: se ho un fucile  gli sparo, ma gli sparo affrontandolo direttamente o è meglio che prima vada a cercarmi un riparo? E se sono disarmato fuggo , ma fuggendo è meglio che corra o mi arrampichi su un albero?.
Banalizzando molto questa è la differenza tra cultura e istinto. Ma sono ambedue risposte biologiche, e l’una non vale certo più dell’altra
Per far fronte alla mancanza di specificità dell’uomo la natura l’ha dotato di capacità culturale. La cultura era l’unica difesa che poteva avere questo essere privo di artigli e zanne preda di altri animali ben più equipaggiati di lui per la sopravvivenza.
Così l’uomo ha preso una strada evolutiva diversa da altri animali.
Diversa, che non vuol dire migliore né peggiore.
Ho fatto questa premessa perché stamani mi sono andata a leggere un po’ di roba animalista, compreso il manifesto degli antispecisti  e c’è qualcosa che mi stride nello stomaco.
Partono dal presupposto che ’uomo  è un animale come gli altri e non deve quindi arrogarsi il diritto di causare sofferenza ad altri esseri viventi.
Ma  mi chiedo io, se l’uomo è come gli altri animali perchè non dovrebbe fare quello che fanno gli altri animali, ovvero occuparsi di perseguire la vita della propria specie senza porsi problemi etici?
Anche se è banale scriverlo non credo nessuno pensi che un leone sia un antispecista di merda quando mangia la gazzella.
Il controsenso degli animalisti per me è proprio questo, sostengono che l’umanità non ha alcun diritto in più degli altri animali perché siamo tutti esseri viventi uguali; però poi mettono l’uomo su un piedistallo, e sottintendono che noi valiamo di più  perchè  abbiamo una coscienza etica, che ci rende superiori.
Ed è proprio grazie a questa nostra superiorità che dobbiamo decidere di non procurare sofferenza agli altri esseri viventi, che non è lecito sacrificare la vita di un topo o di un maiale o di un cane neppure per salvare quella d’un bimbo, perché  la vita di un uomo vale quanto quella di una bestia.
Buffo , valiamo di più perché possediamo un’etica ma poi la vita di mia figlia vale quanto quella d’un gatto.
Allora torno al mio punto di partenza, io sono una bestia, e non valgo più di nessuno, nel senso che per la natura io non conto più d’una formica, un microbo o uno scoiattolo, perché la natura ci va altamente nel culo, a me , al microbo e allo scoiattolo,.
La natura non è né buona né cattiva e non fa differenze di valore.
Però io bestia uomo ,(nel caso donna) , proprio in quanto bestia seguo la mia natura, e la mia natura mi porta a perpetuare l’esistenza della mia specie.  
Dire che non ci sono differenze mi pare una grossa ipocrisia. Per la natura in quanto tale queste differenze (nel senso di chi vale di più) non esistono, ma per ogni specie invece sì. Prendiamo un neonato ad esempio, se gli muore la mamma e gliela sostituiamo con una mamma gatta, per il piccolo non sarà la stessa cosa . Se riuscisse e a sopravviver probabilmente subirebbe dei grandi disagi e  avrebbe delle mancanze di amore tremende, anche con la mamma gatta più affettuosa.
 Allora forse c’è da chiedersi se per ogni specie la vita della propria specie non valga di più, e non ci sia nulla di fascista o di prevaricatore in tutto questo

Se vedo un gatto spiaccicato soffro, ma se vedo un uomo spiaccicato questa sofferenza è amplificata all’ennesima.  Forse perché, l’ho già detto, io sono una bestia
E proprio perché sono una bestia la sofferenza altrui non mi dà alcun piacere.
Così come il leone uccide la gazzella non perché si ritiene più ganzo o perché gode della sua morte, ma perché per vivere deve mangiare, così  credo che nessun ricercatore  utilizzi la SA  perché ne trae un godimento sadico ma lo faccia proprio perché è “naturale”cercare di salvaguardare la vita della propria specie.
Altra cosa che mi lascia perplessa è la questione che l’uomo non deve , per perseguire la propria esistenza, procurare sofferenza agli altri esseri viventi. Non ho ancora capito bene quali siano gli esseri viventi  a cui noi uomini attribuiamo il diritto a non soffrire. Quelli che ci somigliano, che hanno gli occhi tristi o che piangono quando muoiono?
Tanti anni fa avevo un amico che faceva il ricercatore a Scienze forestali, all’epoca portava avanti una ricerca sulla soglia di dolore degli alberi. Ricordo i suoi grafici, dove a ogni una piccola scalfittura sul tronco corrispondevano picchi di dolore altissimi.  O penso alle meduse e ai microbi, sono anche loro esseri viventi. Quanto ci devono somigliare allora per essere considerati tali?
Quando mia figlia andava alle elementari c’erano frequenti invasioni di pidocchi.
I pidocchi sono esseri viventi, però son brutti forte e fanno anche schifo, meritano la morte più d’un topolino tenero?  È lecito debellare i pidocchi con prodotti chimici , magari testati sugli animali?  Nel caso come  si comportano gli animalisti ?
Forse gli  animalisti riescono a convincere i pidocchi  ad abbandonare la testa del loro bambino usando validi argomenti, oppure  usano qualche rimedio naturale che  porta  quei piccoli animaletti a lasciare in pace il loro cuoio capelluto  e ad andare a depositarsi su quello di qualcun altro. 
Perché l’alternativa è:  o mi tengo i pidocchi o son tanto stronza da mandarli  a brucare sulla testa di un altro per  far salva la mia .
Oppure  dopo averli convinti ad abbandonare la mia testa  così come quella di chiunque altro li invito a suicidarsi e a lasciarsi morire lentamente di fame?

8 gennaio 2014

1 commento:

  1. sono capitata sul tuo blog passando da quello di tuo fratello, dopo aver letto il tuo post sul cancro. Mi sono fatta una scorpacciata delle tue parole, non sempre sono riuscita a capire il tuo punto di vista, inizi il discorso dando un'idea e poi quella stessa idea la stravolgi. Mi capitava di essere d'accordo su una frase e poi completamente contraria su un'altra...ma non è una critica, anzi, mi piace il tuo modo di scrivere, un pò flusso di coscienza, si sente la sincerità in quello che scrivi,ma soprattutto lasci la libertà di riflettere,non imponi la tua idea come unica e irreversibile,ma porti il tuo interlocutore a dire ''cazzo hai ragione,ma io la penso in modo diverso perché...''. Cioè almeno mi hai dato questa sensazione...e ultimamente ci avevo perso un pò le speranze. Mi scontro sempre con persone che sono convinte di aver ragione senza darmi motivazioni reali,senza darmi delle spiegazioni concrete,ma appunto mettendo in ballo i sensi di colpa, usando luoghi comuni oppure spostando l'attenzione del discorso su altro...scusami per lo sfogo, però volevo che sapessi che ho apprezzato quello che hai scritto, magari non per forza condiviso,ma cerco di tenere la mente in continua evoluzione e non do per certo che quello che hai scritto tu, al contrario di quello che penso io, sia meno giusto...devo solo ragionarci un pò su! Scrivo 'meno giusto' e non 'sbagliato' perché penso che su certi argomenti giusto e sbagliato non possano essere universali, che le persone seguono logiche differenti maturate sulle proprie esperienze e sui propri modi di essere, che poi manchino di coerenza è un altro discorso! :) E' per questo che adesso non posso essere d'accordo su certe riflessioni che fai,perché le mie esperienze,il mio pensare e il mio essere ora, mi renderebbero incoerente. Ma mi hai dato degli ottimi spunti per mettermi in discussione! Amo quando le riflessioni degli altri aiutano a crescere le mie invece di distruggerle e basta! Grazie

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